L'antropologia forense
CHI È L’ANTROPOLOGO FORENSE
L’antropologo forense si occupa principalmente di analizzare e successivamente di mettere in atto tentativi di identificazione di resti umani o parte di essi, siano essi depositati in superficie, occultati, inumati, carbonizzati, in stato di mummificazione o di decomposizione avanzata, laddove siano privi dei tessuti molli e pertanto di competenza medico legale.
Gli antropologi forensi collaborano spesso con Anatomopatologi, Medici Legali, Investigatori e Criminologi forensi e, grazie alle competenze e conoscenze possedute, la loro presenza si ritiene necessaria in molteplici contesti:
- – scene del crimine e sopralluoghi nei quali vengono ritrovati resti umani;
- – quando vi è la necessità di ricostruire il profilo biologico di un cadavere in avanzato stato di decomposizione e privo di identità, ponendosi come obiettivo quello di determinare diagnosi di sesso, età, razza. Entrando nel merito si rivelano funzionali all’identificazione ulteriori elementi come lo stato dentario e l’eventuale presenza di osteo-patologie
Il lavoro del perito grafologo in ambito forense consiste nell’attribuzione della scrittura al corretto soggetto scrivente.
Si tratta di una procedura particolarmente complessa in cui la minuziosa comparazione tra uno o più scritti di dubbia attribuzione con altri scritti di attribuzione certa, potrebbe generare dubbi o sospetti a causa della possibile presenza di differenze di scrittura.
Il perito, tenendo in considerazione le variazioni del gesto grafico, cercando di ridurre al minimo il tasso di errore, ed avvalendosi di strumenti tecnologici quali fotocamere con obiettivi macro per evidenziare dettagli non visibili a occhio nudo, illuminatori per osservare dettagli impressi sulla trama cartacea, l’inchiostro utilizzato, nonché eventuali cancellazioni, microscopio, è in grado di far emergere potenziali manomissioni ad opera di falsari.

A tal proposito si può parlare di “Antropologia forense” che consiste nell’applicazione dell’antropologia biologica e quindi dello studio dell’uomo e della sua struttura organica, all’analisi di resti umani scheletrizzati, gravemente compromessi dalla putrefazione, o comunque non identificabili, per rispondere alle esigenze e motivi giudiziari e umanitari.
Gli antropologi forensi partecipano al recupero dei resti umani e quindi, all’identificazione delle caratteristiche peculiari della persona a cui appartiene lo scheletro come la razza, il sesso, la statura e l’età, applicando le tecniche scientifiche standard dell’antropologia fisica.
Essi lavorano spesso in collaborazione con Anatomopatologi, Medici Legali, Investigatori e Criminologi forensi, al fine d’identificare la vittima, trovare nuovi elementi comprovanti la partecipazione di terzi, determinare l’epoca della morte anche attraverso l’ausilio di altre discipline forensi come ad esempio la Botanica Forense.
Lo studio dei resti umani assolve l’importante funzione di identificazione della vittima e delle modalità della morte, rappresentando una procedura molto utile alla raccolta di numerose informazioni funzionali anche ai fini investigativi.
Al momento del ritrovamento di resti umani, l’antropologo forense ha il compito di stabilirne la natura (umano, animale, di origine organica) in modo da poterli datare (morte recente, resti antichi risalenti ad un’altra epoca storica).
