L'antropologia forense
CHE COS’È LA SCENA DEL CRIMINE?
Si definisce scena del crimine l’insieme dei luoghi in cui si è consumato un reato, o in cui possono essere trovate prove riconducibili al reato stesso. Difatti è possibile distinguere due tipologie di scene di un crimine:
– la scena del crimine primaria: è il luogo in cui è avvenuta l’effettiva attività criminale;
– le scene del crimine secondarie: sono i luoghi dai quali è possibile attingere per cercare indizi funzionali alla risoluzione delle indagini.
Come affermato da Locard, scienziato e criminologo: “Due oggetti che entrano in contatto, lasciano sull’altro qualcosa di sé. Così avviene quando qualcuno commette un crimine” (Locard 1910).
In altre parole, quando all’interno di una dinamica criminosa, una persona entra in contatto con un oggetto o con un’altra persona, è dato di fatto che tra i due corpi, persona o oggetto, vi sia sempre uno scambio di tracce fisiche. Queste ultime non sempre vengono individuate; ciò potrebbe essere dato o dalla negligenza dell’operatore nell’identificarle o dall’assenza di tecniche o tecnologie finora conosciute.
La ragione per cui si è deciso di riportare una parte della teoria di Locard, è che i suoi studi hanno ispirato negli anni a seguire l’attività forense e criminologica.
La criticità maggiore ad oggi, purtroppo, è che nel momento in cui non vengono ritrovate, tendenzialmente si da per scontato che tali tracce non siano presenti in quei luoghi.
Invece, sarebbe più corretto affermare, per onestà professionale, che non siamo stati in grado di individuarle.
COME SI ANALIZZA LA SCENA DEL CRIMINE?
La procedura di analisi della scena del crimine prevede una serie di fasi che, susseguendosi tra loro, permettono di stabilire cosa sia successo e chi sia il responsabile del reato.
Nel momento in cui si giunge sulla scena del crimine un primo passaggio fondamentale è rappresentato dall’atto di isolare accuratamente il luogo affinché non si vadano ad inficiare alcune possibili prove. Si tratta di una prassi fondamentale che è in grado di garantire il mantenimento delle caratteristiche e peculiarità del luogo.
A seguito della messa in sicurezza dei luoghi, sarà possibile procedere in modo attivo e diretto ad un’attenta osservazione ed un’accurata descrizione di ogni elemento presente o della sua eventuale assenza.
Per convenzione, si procede utilizzando come via di accesso ai luoghi quella che con meno probabilità possa essere stata utilizzata dal reo, osservando e descrivendo gli ambienti in ordine da:
- – da destra verso sinistra (riferite all’osservatore)
- – dal basso verso l’alto
- – dal generale al particolare.
Per preservare l’area e cristallizzare lo stato della scena, in fase di sopralluogo gli esperti devono avvalersi di riprese foto e video, strumenti utili a fornire una visione a 360° che possa dimostrare nelle fasi seguenti, onnicomprensiva quella dibattimentale, ogni successiva modificazione dettata anche dalle necessarie operazioni di sopralluogo.
Non meno importante è l’acquisizione di rilievi planimetrici, attraverso uno “schizzo” disegnato dall’agente, che possa essere in grado di comprendere al meglio gli accertamenti criminodinamici.
A fronte dell’esperienza maturata negli anni di lavoro, si evidenzia una criticità riferita alla preservazione dello stato dei luoghi.
La titolarità della scena del crimine, infatti, è da attribuirsi al primo agente delle forze dell’ordine che, essendo giunto sul luogo del delitto prima di altri, ne ha ben chiaro lo stato originario. Indipendentemente dal grado gerarchico rivestito, quest’ultimo ha il doveroso compito di segnalare ogni accesso, sia esso di altri agenti, del Pubblico Ministero, degli esperti forensi e di qualsiasi altra persona, indicandone l’ora di entrata e di uscita e, al contempo, impedendone l’ingresso se non autorizzati e non prima di un chiaro e preciso piano di azione strutturato unitamente al team di lavoro.
Nonostante ciò, difficilmente questa modalità viene attuata in quanto all’ordine di arrivo si predilige, erroneamente, il grado gerarchico e l’importanza del ruolo rivestito dalla persona all’interno dell’indagine forense quali magistrato, medico legale, ecc…